Questa dichiarazione è stata originariamente pubblicata sul canale WhatsApp di Adalah.
Nelle ultime 24 ore, gli avvocati di Adalah hanno incontrato 331 partecipanti alla Global Sumud Flotilla nel porto di Ashdod, dove sono sottoposti a udienze davanti alle autorità israeliane per l'immigrazione. Diversi partecipanti sono stati processati senza la consulenza legale di Adalah, poiché ai nostri avvocati è stato inizialmente negato l'accesso. Questo processo ha fatto seguito al traino forzato della flottiglia dopo intercettazioni illegali in acque internazionali, dove decine di navi sono state fermate mentre cercavano di rompere l'assedio illegale di Gaza, teatro di genocidio, atrocità di massa e carestia.
I partecipanti alla flottiglia sono in condizioni relativamente stabili e Adalah continua a monitorare da vicino la loro situazione.
Dopo il loro rapimento in acque internazionali, i partecipanti sono stati costretti a inginocchiarsi con le mani legate con fascette di plastica per almeno cinque ore, dopo che alcuni di loro avevano intonato slogan a favore della liberazione della Palestina. Durante le visite degli avvocati, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir è arrivato in quello che era chiaramente un atto di umiliazione e intimidazione. I partecipanti alla flottiglia sono stati filmati e sfruttati in una dimostrazione degradante di controllo. Questa umiliazione è avvenuta parallelamente alla campagna diffamatoria condotta dai funzionari israeliani, che hanno falsamente etichettato i membri della flottiglia come “terroristi” nel tentativo di screditare la loro missione pacifica e legittimare le tattiche repressive usate contro di loro.
L'intero processo è illegale dall'inizio alla fine. L'intercettazione stessa ha violato il diritto internazionale, equivalendo a un rapimento in acque internazionali. Il tentativo di Israele di giustificare queste azioni attraverso l'applicazione del suo blocco non può reggere: il blocco stesso è illegale, costituisce una punizione collettiva e funge da strumento centrale del genocidio in corso, compreso l'uso deliberato della fame come metodo di guerra.
I diritti dei partecipanti sono stati sistematicamente violati durante tutto questo processo. Oltre a essere stati privati dell'accesso all'acqua, ai servizi igienici e ai farmaci, è stato loro negato l'accesso agli avvocati, violando i loro diritti fondamentali a un processo equo, a un giudizio imparziale e alla rappresentanza legale. Ieri, mentre non si sapeva dove fossero i volontari della flottiglia, gli avvocati sono stati lasciati ad aspettare per circa 9 ore fuori dal porto di Ashdod e non sono stati informati quando le autorità israeliane per l'immigrazione hanno iniziato a elaborare e condurre le udienze, venendo a conoscenza di questi processi illegali solo dopo che i detenuti li hanno chiamati direttamente.
Nonostante i ripetuti rifiuti di ingresso da parte della polizia israeliana, gli avvocati di Adalah sono riusciti alla fine ad accedere al porto e a fornire consulenza ai 331 partecipanti. Diversi partecipanti hanno riferito di essere stati oggetto di aggressioni, minacce e molestie, compreso il fatto di essere stati svegliati con violenza ogni volta che cercavano di dormire.
Le autorità hanno poi trasferito i partecipanti da Ashdod alla prigione di Ktzi'ot nel Naqab (Negev) e hanno avviato le udienze del tribunale senza informare il team legale, procedendo interamente senza rappresentanza legale. Gli avvocati di Adalah sono ora presenti alle udienze del tribunale, dove sono attualmente in corso le revisioni degli ordini di detenzione.
Adalah sta adottando misure legali per garantire che ogni singolo partecipante sia preso in considerazione, continuando nel contempo le visite in carcere. Adalah chiede inoltre il loro immediato rilascio dalla detenzione illegale e il recupero dei loro effetti personali e dei beni di prima necessità.
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