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La “Linea Gialla”: il nuovo confine che relega i gazawi nel 42% del proprio territorio

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Sparare a chiunque attraversi: i blocchi gialli che delimitano il nuovo confine militare trasformano il ritorno a casa degli sfollati in una condanna a morte, nell'inerzia internazionale.

L'esercito israeliano ha imposto un nuovo confine militare interno nella Striscia di Gaza, noto come "Linea Gialla". Questa delimitazione, parte del piano di cessate il fuoco proposto dal presidente statunitense Donald Trump, è entrata in vigore dopo l'annuncio del 8 ottobre. Sebbene Israele non ne abbia reso pubblico il tracciato esatto, la linea confisca il 58% del territorio di Gaza, mantenendo sotto il suo controllo gran parte delle città di Gaza, Khan Younis e Rafah, nonché tutti i valichi di frontiera.

Questo confinamento è solo la prima fase di un piano di ritiro scaglionato. La seconda fase prevede una "Linea Rossa" – con una Forza Internazionale di Stabilizzazione – e una terza fase in cui le truppe israeliane si ritirerebbero in una "zona di sicurezza". Ma anche dopo questo ritiro per fasi, i palestinesi rimarranno confinati in un territorio più ridotto rispetto a prima della guerra, perpetuando il controllo israeliano sulla popolazione di Gaza.

La Linea Gialla funziona come un cordone di separazione militare interno. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha chiarito lo scopo di questo limite avvertendo che qualsiasi tentativo di attraversare la linea "riceverà una risposta con il fuoco", senza distinzione tra civili e combattenti. Israele ha materializzato questo confine con blocchi di cemento gialli che, secondo le verifiche della BBC, sono spesso installati diverse centinaia di metri oltre la zona concordata, ampliando così l'area di esclusione.

L'impatto umanitario è catastrofico: la linea impedisce a centinaia di migliaia di sfollati di rientrare nelle loro case e trasforma in bersaglio chiunque vi si avvicini. Per la popolazione di Gaza, la Linea ridefinisce la geografia della sopravvivenza. Significa anche la perdita assoluta dei loro mezzi di sussistenza, che si trovano dall'altra parte.

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha denunciato gli "assassinii di civili" – per lo più sfollati che tentavano di tornare a casa – e il "disprezzo assoluto del diritto internazionale umanitario", senza che ciò si traduca in una risposta efficace. Il 17 ottobre, soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro un veicolo che attraversava la linea, uccidendo 11 civili, tra cui donne e bambini.

Questo confinamento di massa è l'ultimo capitolo di un'invasione che Gaza subisce dal 2007. La Linea Gialla è parte di una strategia di pulizia territoriale che, con la complicità silenziosa della comunità internazionale e l'avallo del piano di Trump, intensifica lo sfollamento della popolazione di Gaza. Lontana dall'essere un percorso verso la pace, disegna una nuova mappa della segregazione, in cui i diritti fondamentali dei palestinesi dipendono da un occupante che agisce nella piena impunità.

Fonte immagine: Al Jazeera